Saturday 6 June 2015

27 ossa

27 ossa

Molto semplice, andate in libreria  e chiedete 27 ossa. Di Diana Lama. Newton Compton Editori. E avrete in mano uno dei piu' terrificanti libri polizieschi degli ultimi anni. Un libro che ondeggia tra il poliziesco e l'horror senza mai eccedere nello splatter, un meccanismo ad orologeria palpinta e terrorizzante. A cominciare dal luogo dove la vicenda si svolge, il sontuoso, tenebroso Palazzo Badenmajer. Meglio sfrattati tutta la vita. Confesso che io sono amico di questa splendida signora partenopea - siamo "partners in crime", vale  a dire leggiamo ed aprezziamo la letteratura poliziesca da quando eravamo bambini e nascondevano i Gialli Mondadori in grossi tomi noiosi - e ho letto tutti i suoi libri, operazione che vi onsiglio di fare al piu' presto, vale a dire Rossi come lei, premio Alberto Tedeschi pubblicato dal Giallo Mondadori, Solo per ragazze, La sirena sotto le alghe e Il ciroc delle meraviglie per Piemme e questo e il precedente, L'anatomista, da Newton Compton Editori - ma cio' non toglie che leggendo letteratura poliziesca da quando avevo 9 anni non possa formulare un giudizio. Positivo. Positivo. Positivo. Se fosse stato scritto in lingua inglese sarebbe non un best-seller ma un long-seller, un libro che si vende sempre. Avete presente Io uccido? No? Ecco questo e; un libro libro. Dove la Lama, per me Diana, si e' riscoperta medico specialista di Chirurgia del cuore e grossi vasi il che le permette, in 27 ossa, di scrivere 80 delle piu' intese e terrorizzanti pagine cche si possano trovare in un libro poloiziesco. Il sangue non vi piace, vi disgusta? Mi dispiace tanto ma se uno legge un libro poliziesco prima o poi si sporca. E qui ci ci sporca molto. Ma con estremo piacere intellettuale. Scrittura possente e rapida, le 380 pagine che compongono 27 ossa scorrono spedite e veloci verso una conclusone magnifica. Io sono anarchico quindi non parlatemi di re e regine ma Diana e' stata soprannominata "la regina del giallo italiano". Io mi limito a dire che l'Italia, quell che ne resta, deve essere fiera della dottoressa Diana Lama. Aggiungerei un consiglio, perche' voglio bene alla famiglia Lama e alla cingalese Pernanda: non lasciatela mai sola e a trafficare in cucina con I coltelli. Non si sa mai. Lama chiama lama.

A margine un'appello pubblico e pressante alla scrittrice Lama Diana. Perche' al piu' presto non riunisce in un volume i racconti, alcuni pubblicati dal Mattino di Napoli e antologie varie, protagonista il giovane Peppeniello, che qui compare in un capitolo. Dia' vulime a Peppeniello.

Ricordate, sara' una risata che li seppellira'

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