Monday 15 September 2014

Leonard Cohen

Leonard Cohen

Quanto e' diverso Leonard Cohen da Robert Zimmermann, meglio noto come Bob Dylan? A 80 anni, li compira' il 21 settembre, e' in forma smagliante. Non parla, lascia parlare i suoi scritti. Siano essi poesie, quelle lo lanciarono verso la musica negli anni '60. libri, il suo Belli e perdenti va assolutamente letto se amate i libri e la letteratura, , o canzoni. Indimenticabili. No,no, lui non e' in giro da anni col suo Neverending tour dylaniano, baraccone composto da una band che e' rimasta raccogliticcia e un fu canante senza voce e dagli occhi bistrati, lui e' in giro, quando vuole, per rimpolpare le casse lasciate completamente vuote dalla sua manager-amaante mentre per dodici anni si era ritirato in un monastero Zen in California, Manager e giovane amante, e ditemi quale donna direbbe di no alla voce bassa di Leonard respingendolo, figlia della coppia degli amici piu' cari, longevi e stretti di Cohen. Che, sul lastrico, e' tornato a suonare ed incidere, e incantare, senza intaccare l'amicizia. Popular problems, il suo 21esimo album, dimostra, ancora una volta, che il dualismo con Dylan e' solo nella testa dei "critici". Dylan e' rimasto agli anni '60. Requiescat in pacem. Chi ama la musica e la poesia sa da anni a chi rivolgersi, non ha dubbi. Quando uno scrive "un week-end sulle tue labbra, una vita nei tuoi occhi" gli si deve chiedere altro? Prodotto e scritto con e da Patrick Leonard, Popular problems non avra' la stampa che hanno altri nomi fatti e disfatti ma vi posso assicurare che fa onore alla parola, alla poesia  e alla musica. Mi ricorda molto il mio amico scomparso Lou Reed: loro lanciano, lanciavano nel caso di Lou, semi che germogliano e ci fanno sentire grandi. Cosa intendo? Cortesemnte sentitevi Slow, Nevermind e My oh my e poi ditemi voi. E guardatevi dentro..

Un'aneddoto. Nel '68 Cohen era a Roma e, novello studente del corso di letteratura inglese e americana, mi azzardai a invitarlo a parlare nell'Aula Magna. Tumultuosa e tumultuante. Canadese, quindi persona seria, si presento' da solo, con la sua chitarra. Pochissimi lo riconobbero. "Sono qui per tenere una conferenza ma, visto che non vedo nessuno, canto" disse. Feci un concerto strepitoso. Senza amplificatore. Nell'Aula Magna stracolma e rapita. Il giorno dopo venni chiamato dal mio professore di letteratura americana, il chiarissimo rofessor Agostino Lobamdo, che mi fece una ramanzina leggendaria.Era messinese, molto compinto, parlava a voce bassa, ero il suo allievo preferito, e lo mostrava davanti a tutti, ma mai nessuno mi ha trattato cosi'. Anni dopo mi fece fare il relatore esterno per una tesi di laurea sul legame tra letteratura gotica e musica punk&gothic, 1000 pagine scritte dalla strabiliante Simona Orlando. Che, ovviamente, non fa la giornalista musicale. 110 e lode e bacio accademico. Poi il chiarissimmo professore davanti a Simona  mi disse  "pero', scusi Zaccagnini, mi sarei atteso qualche supporto fonografico" con quello intendendo che avrebbe gradito asccoltare qualcuno dei cd e dei gruppi citati nella monumentale tesi.

Ancora. Come pensate mi sia sentito io, giallorosso fino al midollo, quando Simona mi presneto' lo zio, fratello del padre, Alberto? Alberto Orlando, mitico centraventi della Roma dell'inzio anni '6o, poi Fiorentina, Juventus e Spal, Italia 5 Turchia 0 e tutte le reti segnate da lui? Quasi quasi ci scappava il morto.

Ricordte, sara' una risata che li seppellira'.

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