Friday 24 April 2015

A hard day's night

A hard day's night

Lo so, sono colpevole. Mi sono dimenticato il cinquantesimo anniversario di A hard day's nigh, il primo, indimenticabile film dei Beatles. Firmato da Richard Lester, di lui vi consiglio di vedere Juggernaut e Robin&Marian. Perche' segnalo A hard day's night? Perche' e un documento imperdibile di come e quando nacque il rock'nd'roll come lo abbiamo conosciuto noi ragazzi degli anni '60 e perche' dimostra , meglio di ogni altro documento, studio o saggio, le origine proletarie di questa musica che ha rivoluzionato il mondo. Certo assai piu' di comunismo, fascismo e nazismo che si sono lasciati dietro scie di milioni e milioni di morti e dolore e sangue. Nel 1964 Lester rese i quattro ragazzi di Liverpool eroi cinematogarfici sfruttando gli indimenticabili brani del loro primo album e lasciandoli completamente liberi di recitare loro stessi abbozzando quel mondo che avrebbero arricchito con le loro canzoni. In sala, allora al defunto cinema Belsito di Roma le ragazzinie impazzite bersagliavano lo schermo di mutandine e reggipetti, la riedizione del cinquantenario e' andata piu' che bene, nel dvd c'e' un disco, oltre a quello del film, in cui potrete vedere i Beatles del '64 parlare di loro stessi e il dietro le quinte della pellicola, un docomentario sulla fattura del film curato dal produttore Walter Shensson, interviste al regista Lester, al produttore musicale George Martin, allo sceneggiatore Alun Owen e all'esperto di cinema Gilbert Taylor, un documentario sui primi anni della carriera del regista, un pezzo sul metodo di regia di Lester, un'intervista con l'esperto beatlesiano Mark Lewisohn, commento audio del cast e della troupe, il nuovo trailer per l'edizione del cinquantenario. Chi ama la musica non puo' non avere a casa questo dvd. Anche perche' lo si potra' far vedere a figli e nipoti e pronipoti e dir loro, orgogliosamente , "io c'ero". Purtoppo ora chiacchiera solo Paul McCartney, molto spesso a vanvera come quando voleva firmare i pezzi McCartney-Lennon invece di Lennon-McCartney, ma , come appassionato di musica folgorato da ragazzino capellone sulla via di Liverpool, non posso non citare un'episodio. n solo. Si era a Sanremo, carnaio canzonettiero italiota, tra gli altri erano ospiti, McCartney, Harrison e Robbie Robertson, questi ultimi amici, musicisti e uomini veri. Quell'anno c'era anche l'ignobile Sanremo Rock, una settimana prima del festival ufficiale. Stavo offrendo la colazione, io l'insetto Zaccagnini, a George, Olivia e Dhani Harrison, vedo un guazzabuglio di uomini in nero. teste rasate e auricolari circondare un paffuto signore che salutava tutti, si dimenava, faceva  gli occhi dolci, sorrideva. Paul McCartney. Mi giro emozionato verso Harrison e tutto trafelato gli indico McCartney dicendogli "George, George, Paul McCartney". Lui lo guarda, mi guarda con i suoi occhi nerissimi, torna a sorseggiare l'adorato cappucino e mi dice "He's from the Beatles" che tradurrei "stava nei Beatles". Black humour che piu' black non si puo'. Non a caso con la sua casa di produzione Handmade Films produssi tutti I film dei Monty Python, vale a dire l'apoteosi del British Humour. Ricapitolando, andatevi a gustare, spero a gustare nuovamente  A hard day's night e gia' che ci siete sentite come suonava la chitarra l'autodidatta George. Con i Beatles, da solista e con qualche amico. sentitevi While my guitar gently sweeps e se non vi commuoverete siete un coccodrillo. Senza cuore ma con fauci.

Ricordate, sara' una risata che li seppellira'.

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